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libretto sfogliabile “Tanka”

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libretto sfogliabile “velette”

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Libretto sfogliabile “Sonetti”

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libro sfogliabile “haiku”

 

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libretto “madrigali”

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Estasi

 

 

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Angiolina bambina (parte 8)

Nella stessa via, proprio di fronte, abitava un ragazzo con cui Angiolina aveva fatto una grande amicizia. Naturalmente i due non potevano incontrarsi fuori, ma si vedevano sempre dalle finestre chiamandosi con i motivi di qualche canzone.  Una sera di ferragosto erano rimasti felici, sulla porta, a guardare le stelle cadenti.  Il ragazzo era poi stato chiamato a fare il servizio militare.  Anche Angiolina aveva dovuto partire, questa volta per la Svizzera dove il fratello già si trovava a lavorare.  Prima di lasciarsi, il ragazzo le aveva promesso di raggiungerla dopo il servizio, ma le cose erano poi andate diversamente.   Ad Araus, in Svizzera, Angiolina aiutava una signora che aveva un bar – ristorante.  Lei e la figlia apprezzavano molto la ragazza perchè era molto brava nei lavori, era contento anche il marito che era un ottimo pasticcere.   Con la bicicletta andava nei paesi vicini a portare le merende e sui fornelli della cucina aveva sempre un pentolone di cioccolato e lui stesso invitava Angiolina a metterci un dito ed a gustarselo.  Una volta le aveva regalato un coniglietto di cioccolato un po’ imperfetto ma bello e la ragazza se lo teneva come un oggetto prezioso sul comodino.  Quel coniglietto, una sera, aveva cominciato a muoversi pian piano.   Non osava toccarlo e non poteva credere a quello che vedeva.  Poi il coniglietto si era rovesciato e un topolino era corso via dal buchetto che aveva rosicchiato nel cioccolato.  “Meglio aver visto il topolino che tenersi l’inquietudine di un fatto così misterioso” aveva pensato Angiolina ma aveva dovuto buttare via il suo coniglietto.  Nel ristorante si cucinava alla svizzera e ad Angiolina invece era venuta la voglia di mangiare una bella zuppa di verdura, allora era scesa dal fruttivendolo, aveva comprato tutti gli ingradienti e si era messa al fornello.   La minestra era riuscita così buona che l’avevano pregata di prepararne dell’altra e poi di cucinare altri piatti.  I clienti erano così soddisfatti che chiedevano sempre i piatti italiani e Angiolina era diventata la prima cuoca.

(fine del racconto)

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Angiolina bambina (parte 7)

Un giorno Angiolina aveva visto le bambine del paese che si preparavano alla prima Comunione, allora era andata dal parroco a dire che voleva farla anche lei ma non aveva il vestito bianco. Il parroco le aveva spiegato che per la comunione bastava avere un vestitino pulito, ma che avrebbe dovuto prima confessarsi.  Così Angiolina aveva confessato che vendeva le uova vecchie come fresche e che aveva schiacciato l’aragosta invece di buttarla viva nell’acqua.

Tramite una ragazza del paese si era poi trasferita in casa di una vedova che gestiva un grande magazzino. La chiamavano “la bersagliera” perchè tutti i giorni attraversava velocemente il paese per arrivare al suo negozio.  Suo figlio aveva due bambini e Angiolina doveva far loro compagnia. Nei periodi di vacanza li accompagnava con la loro mamma a Trento.  Erano tutti molto gentili, quando erano in casa mangiavano insieme, altrimenti la mandavano nel negozio vicino a farsi dare uno sfilatino col “morsello” un impasto di fegato polmoni etc.. e questo era per lei una vera delizia.  La signora si era poi accorta che le piacevano i broccoletti con salamini e li faceva sempre abbondanti per darli anche a lei.  Uno dei ragazzini era un pò dispettoso e scherzava Angiolina chiamandola “zingara” con un termine tedesco che assomigliava a “prosciutto”.  Così un giorno lei aveva cominciato a preparare per lui, ad ogni pasto pane e prosciutto e solo quello. Quando la signora le aveva chiesto come mai lei aveva risposto “mi chiede sempre prosciutto…prosciutto, così ho pensato di farlo contento!”

(continua)

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Angiolina bambina (parte 6)

Molto meglio, Angiolina, si era trovata in seguito dal segretario del paese che abitava un pò fuori mano.  La moglie di questo aspettava un secondo bambino ed aveva dato ad Angiolina l’incarico di badare alla sorellina e farla giocare.   Quando i genitori decidevano di andare al cinema lei copriva la bambina con uno scialle ed entrambe si sedevano sul gradino di casa ad aspettarli.   “Un giorno porterò anche te” le dicevano, ma non era mai successo.   Anche la suocera del segretario era molto gentile e preparava per Angiolina la zuppa di latte come faceva per la nipotina perchè ogni volta che la vedeva non poteva fare a meno di dire ” sei magra, sei magra”.   Quando poi aveva scoperto che aveva preso i vermi dei bambini, l’aveva curata e aveva contato tutti i vermi deposti nel vasino, 101.  Come ricompensa per l’aiuto le davano mille lire al mese che depositavano per lei in posta.

A 11 anni era stata mandata a Catanzaro a casa di un avvocato che abitava con la sorella, cattivi tutti e due.  Le davano da mangiare tutti i giorni lenticchie e zampe di gallina, mentre loro mangiavano molto bene.  Un giorno la signora le aveva chiesto di cucinare un’aragosta, ma lei non sapeva come fare.  “Falla bollire” le aveva detto quella. L’aragosta però era viva e camminava per la cucina.  Allora Angiolina non vista, aveva preso un grosso legno e con un forte colpo aveva letteralmente spiaccicato l’animale facendo uscire la polpa e poi l’aveva buttato nell’acqua bollente.  A tavola gli ospiti ignari dell’accaduto si lamentavano che l’aragosta aveva poca polpa. La signora la mandava poi a vendere le uova che il marito riceveva come compenso per le sue prestazioni, ma le diceva di nasconderle e di mostrarne poche per volta nel cestino perchè sembrassero fresche di giornata.  Angiolina si sentiva in colpa ma doveva ubbidire.

(continua)

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