A scuola Angiolina andava un giorno su tre specialmente quando il tempo era brutto e per le sue assenze riceveva dalla maestra delle bacchettate sulle mani. Un giorno si era addiritura presentata alla maestra con le palme delle manine stese a ricevere il castigo e quella volta lei, con un poco di rimorso, le aveva detto dolcemente ” ora vai al tuo posto Angiolina”.
Qualche volta capitava che la nonna le desse del pane nero ammuffito dicendo “mangialo che ti fa crescere i capelli”. Con quel pane poi Angiolina si magiava ciuffi di lattuga pizzicati dagli orti, oppure uccellini presi con le trappole e cotti in qualche modo.
Il desiderio di assaggiare qualcosa di nuovo aveva spinto le sorelline a prendere dal portafogli del padre cinque lire. Con quelle erano andate a comprarsi dello zucchero e del caffè macinato e se li erano mangiati così in polvere. Quando i genitori avevano chiesto chi avesse rubato i soldi, solo Angiolina aveva avuto il coraggio di dire che era stata lei. Allora il papà aveva staccato un ramo di salice, l’aveva fatto schioccare e aveva cominciato a frustare la bambina così forte che la matrigna era intervenuta per farlo smettere.
Non era cattiva la matrigna, trattava bene tutti i bambini, ma dava spesso qualcosa in più alla figlia vera che era anche la maggiore. Quando Angiolina riceveva da lei qualche sgridata o vedeva queste ingiustizie, si sedeva sui gradini ed aspettava il papà per lamentarsi. Così succedeva che alle volte il papà picchiava anche la matrigna.
(segue)